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  • Immagine del redattoreMelania

La paura affrontata diventa coraggio

Aggiornamento: 12 mar 2020

<< Quando diventò grande, suo padre gli disse:

“Figlio mio: non tutti nascono con le ali. Anche se non sei obbligato a volare, sarebbe un peccato se ti limitassi a camminare avendo le ali che il buon Dio ti ha regalato”.

“Ma io non so volare” rispose il figlio.

“Vieni” disse il padre. Lo prese per mano e lo condusse in montagna, sull’orlo di un precipizio. “Vedi, figliolo? Questo è il vuoto. Quando vorrai, potrai volare. Ma dovrai venire quassù, poi prendi un bel respiro e ti butti nel precipizio. Quando sarai nel vuoto distenderai le ali e riuscirai a volare…”

Il figlio esitava. “E se cado?”

“Anche se cadessi non moriresti. Ti farai soltanto qualche graffio che ti renderà più forte per il prossimo tentativo” rispose il padre.

Il figlio ritornò in paese dagli amici, i compagni con cui aveva camminato per tutta la vita. I più ottusi gli dissero: “Ma sei impazzito? Perché dovresti farlo? Tuo padre è tutto matto… A che ti serve volare? Perché non la pianti con queste sciocchezze? E poi che bisogno c’è di volare?”

Anche gli amici dalla mente più lucida avevano paura: “Ma sarà poi vero? Non sarà mica pericoloso? Perché non cominci piano piano? Comunque, prima prova a buttarti giù da una scala …. O dalla cima di un albero. Certo che dalla cima di una montagna…”.

Il giovane ascoltò il consiglio di chi gli voleva bene.

Si arrampicò fin sulla cima di un albero e facendo appello a tutto il suo coraggio si buttò… Dispiegò le ali. Le agitò nell'aria con tutte le sue forze… Ma purtroppo… si schiantò al suolo.

Con un grosso bernoccolo sulla fronte andò incontro al padre.

“Mi hai mentito! Non posso volare. Ci ho provato e guarda che botta! Non sono come te. Le mie ali sono solo di figura…” si mise a piagnucolare.

“Figlio mio” disse il padre, “Per volare occorre creare lo spazio di aria necessario per dispiegare le ali. È come buttarsi con il paracadute: hai bisogno di una certa altezza per lanciarti.

Per volare, devi accettare di correre dei rischi. Se non vuoi farlo, sarà meglio che ti rassegni e continui a camminare per sempre".>> (J. Bucay - Lascia che ti racconti)


Quindi cos'è il coraggio, assenza di paura?

No, in realtà il coraggio è un prodotto della paura: possiamo parlare di coraggio solo se attraversiamo la paura, se troviamo la forza di andare oltre la paura che proviamo e sentiamo e troviamo delle strategie per raggiungere quello che è il nostro obiettivo o desiderio.

Al contrario, se quello a cui miriamo è non sentire paura, molto probabilmente staremo nell'evitamento: eviteremo situazioni, persone, opportunità, difficoltà e tutto quello che immaginiamo possa essere per noi faticoso, pauroso, non desiderato.

In questo modo, tuttavia, non ci alleneremo mai alla vittoria.


Il coraggio è una conquista.

Mentre la paura è un'emozione di base che tutti noi proviamo, il coraggio è qualcosa che dobbiamo guadagnarci passo dopo passo, e ad ogni nuova sfida superata il nostro serbatoio di coraggio si riempirà un po' di più. Ad ogni piccola situazione affrontata, ci renderemo conto di quanto fossimo in realtà capaci di farlo, e ci sentiremo più carichi e motivati a continuare ad affrontare e superare le nostre paure.


Quello che è importante fare è iniziare con piccoli passi, così come non possiamo immaginare di fare la maratona se non abbiamo mai corso, così non possiamo immaginare di cambiare tutte le nostre abitudini e modalità in un giorno solo.

Che fare quindi? Inizia dalle tue attività quotidiane: fai quella telefonata che finora non sei riuscito/a a fare, parla con quel collega con cui non riesci a confrontarti, inizia quell'attività che ti piacerebbe fare ma stai evitando (es. iniziare un corso di ballo, di yoga, di cucina, di chitarra, ecc.) o inizia una conversazione con quella persona che ti piace tanto e non sei ancora riuscito/a ad avvicinare.


Un passo alla volta si scala la vetta, conquista il tuo coraggio! :)

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